GOOD LIFE LAB
I PRIMI PASSI VERSO LA LIBERTA’
Scritto da Dario Urzi il 11 gen, 2012, su GOOD LIFE LAB
Quando vediamo l’acqua del torrente che fluisce veloce da monte verso valle il suo movimento ci appare come “necessario”, obbediente alle leggi della natura che lo governano e in primo luogo alla forza di gravità.
Quando vediamo un uomo che cammina in discesa lungo lo stesso pendio in cui scorre l’acqua del fiume, non diciamo che il suo discendere è causato dalla forza di gravità; diciamo invece che è generato dalla sua volontà di discendere lungo quel pendio, con quella determinata velocità e andatura.
La domanda che a questo punto dovremmo porci, se siamo sinceramente interessati a conoscere il senso autentico del nostro agire, è la seguente: “Siamo davvero sicuri di agire sempre in modo libero e assolutamente “non condizionato” da tutte quelle possibili cause che potremmo considerare come una vera e propria forza di gravità che guida e governa il nostro agire?”.
Prendiamoci cura della nostra Anima e dello Spirito ed impariamo ad ascoltare la loro voce
Scritto da Dario Urzi il 01 dic, 2011, su GOOD LIFE LAB
Quando parliamo di Medicina della Consapevolezza dobbiamo intenderci: non si tratta di trovare nuovi farmaci da somministrare ma si tratta invece di imparare ad usare la nostra Consapevolezza come “Medicina”.
LA VOCE DELL’ANIMA e DELLO SPIRITO, SOFFIO DEL VENTO DELLA VITA,
VOCE D’AMORE, VERITA’ E CONSAPEVOLEZZA.
ANIMULA VAGULA BLANDULA, IL PESO DELLE CONVINZIONI E LA RESISTENZA AL CAMBIAMENTO
Scritto da Dario Urzi il 11 nov, 2011, su GOOD LIFE LAB
Come è leggera… vagula, blandula… la nostra anima e come sono pesanti e radicate le nostre convinzioni.
La maggior parte delle persone pensa che sia molto difficile cambiare, specie quando non si è più giovanissimi. Se si parla poi del carattere, dei comportamenti, delle abitudini, è addirittura impossibile cambiare.
Questo modo di pensare non è altro che una convinzione.
Le convinzioni non esistono in natura. In natura esistono un’infinità di cose, dalla terra alle piante, dagli animali agli esseri umani, dall’acqua all’aria e alle nuvole, dal sole alla luna ed al cielo stellato, ma non esistono le convinzioni.
E mentre tutto ciò che esiste in natura, come ci ricorda il “panta rei” di Eraclito, cambia continuamente, le nostre convinzioni tendono a resistere al cambiamento, ad opporsi al cambiamento… e come risulta sempre più evidente, ad opporsi e a contrapporsi alla natura.
Le convinzioni, che da sempre sono create solo e soltanto dal pensiero dell’uomo, hanno due caratteristiche fondamentali: la prima è quella di essere largamente diffuse e condivise e la seconda è quella di essere ritenute “vere e indubitabili”.
E’ possibile cambiare una convinzione? Teoricamente si, ma si tratta di un processo faticoso e difficile che richiede moltissimo tempo e che talora, sul piano pratico, risulta addirittura impossibile.
Ci risiamo. Ecco che compare un’altra convinzione.
ANIMULA VAGULA BLANDULA
Scritto da Dario Urzi il 11 nov, 2011, su GOOD LIFE LAB
Animula vagula blandula,
Hospes comesque corporis…
PUBLIUS AEULIUS TRAIANUS ADRIANUS
Animula vagula blandula…
piccola anima smarrita e soave
compagna e ospite del corpo…
La leggerezza è la qualità dell’anima, di quell’anima immortale che, quando lascia il corpo fisico alla fine del suo viaggio terreno, nulla di materiale può portare con sè se non l’esperienza…
…quell’esperienza il cui incommensurabile valore, che non è altro se non quello della conoscenza e della consapevolezza, ci è così difficile riconoscere dall’alto pulpito dell’ignoranza del nostro ego, sempre pronto a giudicare e a sentenziare, chiuso e resistente alla meraviglia, alla visione estatica di ciò che è…
La leggerezza è la qualità dell’anima, lo sa bene l’Arcangelo Michele, il Cherubino dalla spada roteante e fiammeggiante che, all’ingresso della Porta del Sole, pesa le anime alla fine della loro esistenza terrena con la sua bilancia a doppio piatto, dove da un lato posa l’anima e dall’altro… una piuma…
…perché solo le anime che risulteranno più leggere di quella piuma mostreranno la loro indubitabile purezza mentre le altre mostreranno di avere, molto semplicemente, ancora del lavoro da compiere da qualche parte su questa terra…
IL SENSO DELLA MEDICINA DELL’ANIMA di ERIC ROLF
Scritto da Dario Urzi il 26 ott, 2011, su GOOD LIFE LAB
QUANTE VOLTE CI SIAMO DETTI:
…non ce la faccio proprio più… non voglio che continui a succedere ciò che sta succedendo… e perché tutto questo? E perché proprio a me? … deve pur esserci un modo per riuscire a dare un senso al mio disagio, al mio malessere, alla mia malattia… e soprattutto deve pur esserci qualcosa che posso fare per uscire da questo tunnel …
NELLO SPAZIO DELLA NOSTRA ANIMA TUTTO CIÒ CHE ACCADE HA UN SENSO E CONTIENE UN IMPORTANTE MESSAGGIO PER CIASCUNO DI NOI.
CIÒ VALE ANCHE QUANDO INCONTRIAMO SITUAZIONI DI DIFFICOLTÀ, DI DISAGIO, DI MALESSERE O DI MALATTIA.
LA MEDICINA DELL’ANIMA DI ERIC ROLF CI INSEGNA PRIMA DI TUTTO A RICONOSCERE E A COGLIERE IL SENSO DEI MESSAGGI CHE LA VITA CI INVIA PER DIVENIRE FINALMENTE CONSAPEVOLI DI CIÒ CHE STIAMO FACENDO E DI TUTTO CIÒ CHE ACCADE SIA DENTRO CHE FUORI DI NOI.
A PARTIRE DA QUESTA CONSAPEVOLEZZA LA MEDICINA DELL’ANIMA DI ERIC ROLF CI AIUTA INOLTRE A TROVARE IL MODO PER SCIOGLIERE LE NOSTRE TENSIONI, PER SUPERARE I NOSTRI CONFLITTI E PER TROVARE UN MIGLIORE EQUILIBRIO DI VITA NELL’AMORE E NELL’ARMONIA CON NOI STESSI E CON GLI ALTRI.
Socrate sull’Anima
Scritto da Dario Urzi il 27 giu, 2011, su GOOD LIFE LAB
“Che cosa deve entrare in un corpo affinché esso sia vivo?” chiese Socrate.
“L’anima”, disse Cebete.
“Ed è sempre così?”
“E come potrebbe essere diversamente”, controbattè Cebete.
“Di conseguenza l’anima, in qualunque cosa penetri, vi entra sempre portando la vita?”
“Sì”, annui l’altro, “quando entra in un corpo la porta di certo”…
“Ma adesso, amici miei”, riprese Socrate, “ecco un punto su cui mi pare giusto riflettere.
Se veramente l’anima è immortale si deve averne cura non solo durante quel lasso di tempo che noi chiamiamo vita, ma per sempre e, nella circostanza particolare in cui mi trovo, può sembrare terribile il rischio di trascurarla.
Infatti, se la morte ci liberasse da tutto, che buon affare sarebbe per i malvagi che, una volta morti, si separerebbero sia dal corpo che dall’anima e, quindi, anche dalla loro malvagità.
Ma a questo punto, dal momento che è apparso chiaramente che l’anima è immortale, per essa non ci può essere altro mezzo di fuga dai mali e di salvezza che quello di diventare buona e saggia il più possibile.
Perché l’anima se ne va nell’Ade portando con sé nient’altro che la sua formazione spirituale e la sua condotta di vita e questi due elementi sono per i morti, a quanto si dice, quelli che giovano o nuocciono al massimo sin dall’inizio del viaggio che li conduce laggiù”.
Dal Fedone, o sull’anima di Platone
IL SENSO DEL CAMMINARE: DALL’ORIZZONTALITÀ, DIMENSIONE DELL’ANIMA, ALLA VERTICALITÀ, DIMENSIONE DELLO SPIRITO.
Scritto da Dario Urzi il 16 mag, 2011, su Corsi e Percorsi, GOOD LIFE LAB
E SE VOLETE POTETE VEDERE ANCHE IL VIDEO CON UN CLICK SUL LINK QUI SOTTO …
IL SENSO DEL CAMMINARE: DALL\’ORIZZONTALITA\’, DIMENSIONE DELL\’ANIMA, ALLA VERTICALITA\’, DIMENSIONE DELLO SPIRITO
Solo l’uomo sa camminare.
Gli animali, che come dice il nome sono pure dotati di un’anima, vanno, vengono, molto spesso a lungo si fermano, come le nuvole della tragedia di Aristofane, ma non sanno e non possono camminare.
Solo gli uomini possono camminare perché solo gli uomini possiedono una coscienza.
La coscienza è ciò che fa di un’immagine un paesaggio, di un movimento un gesto, di una successione di passi un cammino e di una traccia un sentiero.
ORIZZONTALITA’ E VERTICALITA’
Scritto da Dario Urzi il 31 mar, 2011, su GOOD LIFE LAB, Terapia dello Stress
L’orizzonte appare, dinanzi al nostro sguardo, come una linea lontana e sottile.
Dopo il punto su di uno sfondo della Gestalt la linea dell’orizzonte è la più semplice dimensione dello spazio, quella della pura orizzontalità.
Ma si tratta di una visione parziale che non abbraccia in modo sufficientemente ampio il panorama (da “pan”, tutto, e da “orao”, vedere), la visione del tutto.
E’ solo nella verticalità che l’orizzonte svela il suo senso e la sua essenza.
L’orizzonte, nella visione panoramica della verticalità, acquista un’altra dimensione, una dimensione animica in cui ci appare come quella linea che separa ciò che sta sotto, la terra, da ciò che sta sopra, il cielo.
Ma esiste una dimensione ancor più ampia della verticalità, quella dello spirito (”pneuma”) che, come diceva Platone, si spinge più ben “in alto” di quella dell’anima (”psyche”).
SULLA CONTEMPLAZIONE E SUL DESIDERIO
Scritto da Dario Urzi il 15 feb, 2011, su GOOD LIFE LAB
E’ ben noto il famoso aneddoto che narra di quando sant’Agostino, mentre camminava lungo una spiaggia come sempre assorto nei suoi profondi pensieri, incontrò un bambino che con una ciotola riversava l’acqua del mare dentro una piccola buca che aveva scavato nella sabbia.
Alla domanda del Santo che gli chiedeva che cosa stesse facendo il bambino rispose che voleva riversare tutta l’acqua del mare dentro quella piccola buca. Sant’Agostino disse allora al bambino che quella piccola buca non poteva di certo contenere tutta l’acqua del mare. Il bambino gli rispose che se così era allora anche lui non avrebbe mi potuto comprendere i grandi misteri del creato perché la sua mente altro non era che una piccola buca di fronte all’immensità del mare.
Come siano andate effettivamente le cose a nessuno è dato di saperlo. Si dice che quel bimbo fosse in realtà un angelo inviato da Dio al grande pensatore della Patristica per portargli questo importante messaggio. Certo è che Sant’Agostino non si curò molto di quelle parole perché, dopo quell’incontro, continuò indefessamente a meditare sui grandi misteri e sui grandi interrogativi che da sempre accompagnano l’uomo e la sua esistenza. Immagino che anche il bambino, dopo quell’incontro, continuò a giocare cercando di riversare tutta l’acqua del mare nella piccola buca scavata nella sabbia.
Evidentemente doveva esserci un segreto ben celato tra le parole di questa parabola tanto cara al grande Santo la cui apparente verità dovrebbe far desistere chiunque dalla vana impresa di continuare ad interrogarsi su ciò a cui è umanamente impossibile dare risposta.
Dobbiamo fermarci qui o e possibile andare oltre? Posso solo fare delle ipotesi, ma forse ne vale la pena. (continua la lettura…)
Dalla nebbia di Turner alla consapevolezza
Scritto da Dario Urzi il 14 gen, 2011, su GOOD LIFE LAB, Terapia dello Stress
William Turner era un pittore inglese della prima metà dell’ottocento, grande paesaggista divenuto famoso per la sua straordinaria capacità di ritrarre la natura nelle sue più intense e suggestive manifestazioni. Veniva chiamato “il pittore della luce” ed i suoi quadri più famosi sono quelli del mare in tempesta e delle bufere di neve, dei tramonti e dello splendore dei cieli, del fuoco e dei giochi di luce riflessi dall’acqua. Ma Turner era anche il pittore della pioggia e della nebbia.
Si diceva che prima che Turner dipingesse la nebbia sul Tamigi, nessuno aveva mai visto la nebbia.
Non è che la nebbia, prima di Turner, non esistesse. Certo che esisteva. Ma nessuno la vedeva. Tutti si limitavano a dire che non si vedeva nulla, quando c’era la nebbia, ma nessuno diceva che vedeva la nebbia.
Con Turner la nebbia diviene finalmente visibile, diventa parte naturale del paesaggio, come in realtà era sempre stata, una cosa tra le cose, o se preferite una cosa tra noi e le cose.
La nebbia non è ciò che non ci fa vedere le cose, la nebbia è la nebbia. E’ come se dicessimo che un muro è una cosa che non ci fa vedere le cose. Un muro è un muro, come la nebbia è la nebbia. E per sapere che cosa sia effettivamente dobbiamo guardarla con questa consapevolezza, la nebbia.